Gallipoli e il Samsara: il nostro grazie a David Cicchella e Soci
Il turismo nel Salento è cresciuto negli ultimi anni in modo esponenziale.
Flussi di turisti hanno raggiunto la nostra terra, ne hanno parlato, hanno reso noti luoghi e attrazioni turistiche attraverso il passaparola e i social network.
In tanti abbiamo chiesto maggiori controlli e abbiamo invocato un turismo di qualità basato su maggiori servizi customer-centric.
Una risposta, ad una determinata tipologia di turista, amante del divertimento e della condivisione, è stata data, in modo puntuale, dal Samsara Beach; un lido che ha rivoluzionato il modo di fare turismo in Salento, “spingendo” migliaia di giovani verso Gallipoli, facendo divertire e ballare i turisti approdati, per le vacanze estive, sulla nostra terra.
Il Tar ha deciso che non c’è più posto per il Samsara a Gallipoli e di questo siamo sinceramente dispiaciuti. Vi spieghiamo perché il Samsara non deve chiudere, augurandoci che il Salento accolga ancora il sistema di offerta di David Cicchella e soci.
Una piccola premessa: il nostro Brand Manifesto
Foodismo ama il turismo slow, la natura, i paesaggi, gli alberi d’ulivo, il Salento, i monumenti, i sapori e il profumo della terra e del mare.
Questo non vuol dire che non debbano esistere altre tipologie di offerta turistica, come il Samsara, che mettano al centro del proprio brand focus, la voglia di stare assieme e il divertimento associato con il relax.
Per questo motivo, abbiamo deciso di scrivere, una lettera d’amore a chi ha fatto conoscere Gallipoli, come luogo di vacanze e il lato gioioso della movida salentina.
Il nostro grazie a David Cicchella e Soci e il nostro incoraggiamento a continuare su questa strada
Noi dobbiamo dire grazie a David Cicchella e soci perché hanno rivoluzionato un dei modi di fare turismo in Salento.
Può piacere, oppure no, può essere in linea con il nostro sentire o in contrasto, ma una cosa è certa: il Salento oggi è meta rinomata anche grazie al Samsara Beach.
I giovani proprietari ed imprenditori di questo rinomato lido, hanno creato un modello di business che funziona, ha successo, è scalabile.
Funziona perché i numeri parlano chiaro: Gallipoli ha avuto un incremento esponenziale di turisti. Anche se parliamo di un turismo mordi e fuggi, ricordiamoci che, i giovani che vengono qui in vacanza, saranno gli adulti di domani che torneranno sui nostri lidi con le proprie famiglie.
Ha successo perché il Samsara oggi è un brand, ha un merchandising, ha valore. Una società di consulenza strategica di Milano ha attestato il valore della marca Samsara attorno a 3,5 milioni di euro, qualche anno addietro. Non osiamo pensare quanto possa valere oggi il brand Samsara Beach.
Quando parliamo di Samsara, parliamo di un business perfettamente scalabile, ossia esportabile e replicabile in qualsiasi contesto e/o territorio competitivo.
Non a caso a Riccione, così come a Budva (Montenegro), la realtà Samsara è stata accolta a braccia aperte.
A questo punto ci chiediamo: come mai in Salento provano ad affossare tutte le iniziative imprenditoriali di successo e, purtroppo, non si fermano gli scempi e gli stupri che costantemente vengono compiuti contro il nostro territorio?
In passato vi avevamo parlato del Twiga e di Otranto. Sul versante Adriatico, numerosi lidi storici sono stati chiusi, così come sta avvenendo a Gallipoli.
Noi non vogliamo assolutamente entrare nel merito dell’operato dei giudici o parlarvi di legge, non siamo avvocati e non abbiamo le competenze per poterlo fare. Abbiamo però una grande ed enorme fiducia nelle Istituzioni e nel buon senso di chi giudicherà e dirimerà questa situazione intricata.
Proviamo semplicemente rammarico e dispiacere perché non troviamo giusto che una realtà funzionante come il Samsara, vada altrove, in altre terre e su altri lidi, a portare con sé lavoro, denaro, riconoscibilità e notorietà.
Non ci resta che augurarci di ritrovare il Samsara lì dove è nato, assieme ai suoi fondatori: a Gallipoli, nel nostro amato Salento. Questa estate.