Negroamaro: il famoso vino rosso del Salento
Il Negroamaro del Salento è un vino rosso pugliese ottimo. Iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1970, il nome di qusto vino rosso del Salento, oggi, è e rimane oggetto di numerosi dibattiti tra studiosi e storici.
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- Negroamaro: il famoso vino rosso del Salento
- Il nome è legato alla storia del territorio del Salento. Le origini del Vino Negroamaro
- Il meraviglioso Negramaro, chiamato in altri modi in diversi Comuni del Salento, ampiamente diffuso nella provincia di Lecce
- Il vitigno Negroamaro: caratteristiche della pianta e del vino del Salento
- Il gusto per il palato del Negroamaro: vino rosso salentino
Il nome è legato alla storia del territorio del Salento. Le origini del Vino Negroamaro
Il nome Negroamaro, vino rosso pugliese, secondo alcuni studiosi, deriva dal griko (lingua parlata in alcuni comuni della Grecìa Salentina) dalla parola mavro, che significa nero e, unita al latino nigro, (nero – nero quindi) identificherebbe il colore nero, impenetrabile.
Secondo alcuni studiosi del griko e della terra del Salento, questa potrebbe sembrare una forzatura, fatto sta che nei secoli remoti, Puglia e Grecia hanno avuto un forte legame perché, molti greci sono stati padri fondatori di alcune città del Salento, nell’entroterra e sulle coste.
Altri studiosi, identificano nel termine Niurumaru del dialetto salentino, l’etimologia del nome: un vino dal colore nero e dal sapore amaro dovuto alla presenza dei tannini.
Le prime testimonianze dell’esistenza del vino pugliese Negroamaro del Salento
Una delle prime testimonianze scritte sullesistenza del vino Negramaro in Salento, risale al 1880, negli Annali di Viticoltura ed Enologia: in uno di questi articoli, si parlava della minaccia di un bruco che danneggiava le viti di Negro Amaro.
Il meraviglioso Negramaro, chiamato in altri modi in diversi Comuni del Salento, ampiamente diffuso nella provincia di Lecce
Tra i migliori vini rossi pugliesi, in alcuni Comuni del nostro Salento era chiamato Jonico (a Galatina), Lacrima (a Squinzano e a Latiano) e Albese (nei comuni compresi tra Campi Salentina e Guagnano).
Oggi lo potete trovare con estrema facilità nelle province di Lecce e Brindisi.
Viene utilizzato per vinificare in purezza (ossia ottenendo un vino da una sola varietà oppure da un vigneto monovarietale) o mescolato in piccole percentuali con altri vitigni come la Malvasia Nera di Lecce e, data la sua importanza, rientra in diverse Doc.
Il vitigno Negroamaro: caratteristiche della pianta e del vino del Salento
La pianta si presenta in tutta la sua bellezza ai nostri occhi: grappoli di dimensioni medie e forma a tronco. Gli acini sono di media grandezza, la buccia è spessa e di colore a tratti nero e viola.
Generalemente, il rito della vendemmia si svolge tra fine settembre e inizio di ottobre e, il vino che si ricava, è unico, profumato e gustoso.
Il colore con cui si presenta dimostra che mai nome fu più azzeccato, per un vino con queste caratteristiche: colore intenso, scuro, niuru appunto, impenetrabile, con riflessi violacei.
Il gusto per il palato del Negroamaro: vino rosso salentino
Prima di degustarlo col palato, dovete sentire il profumo ed i sentori che sprigiona, direttamente col naso. C’è un forte richiamo ai frutti rossi, alla ciliegia sotto spirito, al pepe. Si avvertono sentori di cuoio.
In bocca è tutta un’altra musica, sinfonia per il vostro palato: fortemente alcolico, sulla lingua e nella bocca si presenta come morbido e caldo; potete sentire i tannini. I vecchi contadini salentini hanno ben identificato questa caratteristica di questo vino con il nome dialettale Niuru ‘Maru.
Vi consigliamo di sorseggiarlo seduti vicino ad un focarìle (camino domestico), mentre controllate la carne rossa sulla brace rovente.